Abbiamo il piacere di pubblicare la sentenza del Commissario per gli usi civici dell’Emilia -Romagna e Marche che, ad esito di un complesso contenzioso, ha accertato e dichiarato che 24 ha. di bosco e pascolo nel territorio del Comune di Fabriano, amministrati dal Comune di Gualdo Tadino, appartiene al dominio collettivo della C.A. dell’Appennino Gualdese.
La questione è molto interessante: dall’indagine storica risulta che i beni della Comunità della montagna gualdese, amministrati in epoca feudale dal Comune di Gualdo Tadino e acquisiti al Patrimonio dello Stato pontificio all’epoca della Prima Repubblica Romana del 1798/99, furono successivamente incamerati dalla Camera Apostolica che impose un canone enfiteutico a carico del Comune per risanare il bilancio comunale. Affrancata l’enfiteusi, i beni vennero venduti all’asta a privati con motu proprio pontificio che escluse dalla vendita i diritti civici di pascolo, legnatico dei mulini e beni comunali ad uso pubblico e altri, che rimanevano alla Comunità gualdese. Intervenuta la l.4 agosto 1894 n.397 sui domini collettivi nelle provincie dell’ex Stato pontificio e dell’Emilia, gli utenti di Gualdo Tadino costituirono un Consorzio per l’amministrazione della Montagna di Gualdo che si trasformò poi in Comunanza Agraria. La C.A. nel 1959 affrancava le servitù civiche corrispondendo ai privati proprietari il canone stabilito dalla Giunta d’Arbitri di Foligno con sentenza del 1893.
IIl Comune di Gualdo Tadino quindi ha amministrato i beni della Montagna gualdese in rappresentanza degli utenti fino a quando venne costituito l’ente specifico di gestione. Abbiamo esposto in sintesi la vicenda storica perche da essa risulta la permanenza dei diritti civici della comunità originaria anche nel caso in cui, mancando l’ente specifico di gestione i beni della comunità sono amministrati dall’ente comune per conto della comunità stessa.